sabato 4 luglio 2009

Presentazione

L’appicciafuochi. Non sapete che cos’è?
Vuol dire che non siete meridionali. Non è una colpa, certo, ma chi è nato e vissuto nel Sud Italia ha questa parola, questa figura umana ben presente, fin da tenera età.
L’appicciafuochi (colui che accende i fuochi) è in ogni famiglia, in ogni gruppo di amici, in ogni luogo in cui ci sia società, comunità, scambio d’opinione, comunicazione, provocazione anche. Ecco. L’appicciafuochi è il provocatore. Sempre visto come personaggio negativo nella comunità, è invece spesso lui a far uscire allo scoperto i piccoli disagi nascosti, le cose pensate e non dette, i rancori, le antipatie, le opinioni scomode, le piccole menzogne mascherate da tiepide verità. In una calma apparente, nel mezzo di un lago scuro che sembra d’acqua ma che è di petrolio, l’appicciafuochi è quello che tira fuori il fiammifero, e che, senza paura per la propria e l’altrui incolumità, ve lo getta dentro. Spesso il suo è puro sadismo, che sovente diventa masochismo, dato che le conseguenze peggiori è sempre lui a pagarle. Additato dalla società come, appunto, appicciafuochi, viene isolato, tenuto lontano, perché chiunque dentro di sé ha una piccola macchia scura, di petrolio, che un piccolo fiammifero può trasformare in un’esplosione. Ed un’esplosione di solito fa ben più che una vittima.


Questo blog vuole rispecchiare un po’ il lato buono, utile, creativo, intellettuale, genuino dell’appicciafuochi: vuole stimolare, cioè – attraverso semplici osservazioni personali e giudizi anche sommari sullo stato delle cose, sugli avvenimenti, sulla politica, sui personaggi – delle riflessioni e delle reazioni che possono essere anche estreme e scomode ma che, a volte, è meglio tirare allo scoperto. Per il bene della comunità, e, semplicemente, per sentirci meglio.

Giovanni Semeraro

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