mercoledì 16 dicembre 2009

Non parliamo di Berlusconi.

Son passati tre giorni dallo sfortunato evento che ha colpito (è il caso di dirlo) il Presidente del Consiglio e fare il punto sulle questioni dimenticate è importante.
Procediamo per elenco (U.Eco ci ha scritto un libro su "La Vertigine della lista")

-Questione Alitalia. Ve la ricordate? E' quella compagnia che qualche mese fa era in fallimento, quella compagnia che ha licenziato piu di 17000 persone. Quella che ha fatto lo spot con Raul Bova vinto (senza gara) da un'agenzia di comunicazione chissà in che modo...
Bene, com'è finita la questione? I Tg non ne parlano più eppure non si parlava d'altro: "se non lo vedo non esiste".
Non va bene!, uomini e donne hanno subito una grossa ingiustizia ma noi ci occupiamo solo del pezzo (d)uomo.
Torniamo ad occuparci di noi e come dice uno slogan dei manifestanti Alitalia "oggi a noi domani a voi".
E infatti...

- Licenziamenti da Fiat,
- Licenziamenti da Poste Italiane
- Licenziamenti (anche se la Gelmini non vuole chiamarli cosi) nelle scuole: ci sono insegnati, supplenti costretti al lavoro in nero dentro le proprie case: dare ripetizioni per dare continuità agli studenti che vedono ogni anno (o sei mesi) cambiare il proprio insegnante.
...per non parlare delle università.
- Ferrovie dello Stato che pur di non rimborsare i biglietti per i ritardi alza i livelli di orario-rimborso (oltre i 60 minuti... senza distinzione per l'alta velocità)
- Bankitalia che afferma che le famiglie italiane sono sempre più povere
- I beni confiscati alle mafie, il Governo ha deciso che torneranno alle mafie.

e questo solo per assaggio...

Tutto questo lo subiremo noi, ragazzi e ragazze della "nuova generazione", 25-30-35 anni.
Dimentichiamo troppo spesso che i leader oggi presenti hanno in media 60 anni (alcuni piu di 70) e presto andranno via lasciandoci in eredità un'Italia monca, malmessa, in coma irreversibile.
Non possiamo far finta di nulla, non possiamo far finta che "è colpa loro". Ci siamo noi e ci sono loro, e noi siamo quelli che votano loro.

Pensiamoci.

A.Semeraro

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