venerdì 18 settembre 2009

Il lutto dei potenti


Ok, sono morti sei connazionali.
Ma forse dobbiamo onorarli di più solo perchè sono italiani? E non sono forse degli uomini come tutti gli altri? E quanti uomini muoiono ingiustamente, barbaramente ogni secondo?
Perchè ci dobbiamo far trascinare in un modo di vedere il mondo, la vita, gli eventi, ormai vecchio decrepito, e risalente agli ultimi disastri mondiali (che invece di commemorare dovremmo cercare di dimenticare, per cambiare, per andare avanti), che avevano proprio il concetto di nazione come movente per i più sanguinosi odi reciproci?
E' ancora così importante questo stupido concetto di nazione, che ci spinge ad interessarci e piangere per la morte di 6 persone, e ad ignorare invece la fine, spesso molto più ingiusta, di tanti altri uomini e donne che ci vivono accanto, ma che non condividono con noi un concetto effimero ( e per noi italiani ancora più effimero!) come la nazionalità?
Forse non hanno diritto ai funerali di stato (pagati dall'italia, e dagli altri alleati americani) anche le vittime civili ed innocenti che cadono laggiù sotto il fuoco dei nostri militari?

La cosa più triste, è che ogni militare che ho conosciuto che abbia fatto missioni più o meno pericolose all'estero, non si sia mai giustificato con motivazioni umanitarie, sociali, politiche. No. Solo, e sempre, tristemente, sfacciatamente economiche. E del livello più basso. Spesso, i cinque o seimila euro al mese che questi giovani riescono a guadagnare fuori, servono per realizzare in italia il sogno di una vita: una BMW serie 5 o una Harley Davidson. E sono forse dei buoni motivi per uccidere e farsi uccidere? Ed anche se il motivo fosse comprare una casa, o far studiare un figlio: sono forse questi buoni motivi per uccidere e farsi uccidere?

La stragrande maggioranza dei militari laggiù, sono volontari, che hanno dovuto mettersi in fila per partire in missione, e guadagnare in sei mesi quello che qui guadagnerebbero in 4 o 5 anni. Ogni merluzzo ha bisogno della sua esca. E quando si tratta di partire in guerra l'esca è sempre buona (deve esserlo).

Siamo italiani, cattolici. Cattolici fino al bigottismo. Italiani fino alla nausea.

Ma smettiamo di fare il gioco dei potenti, ed il lutto lasciamolo a chi lo soffre veramente. A chi avrebbe preferito avere il proprio caro ancora accanto, magari un po' più povero, ma vivo. Il dolore cerchiamo di viverlo in privato, ed in pubblico alziamo invece la voce contro una guerra di cui non conosciamo neanche i motivi. Da cui abbiamo solo da perderci.


Giovanni Semeraro

1 commento:

  1. Clap clap clap.

    Come sempre e per l'ennesima volta, maledettamente d'accordo. Non ho altro da aggiungere.

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